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Brevetto unitario europeo: com’è cambiato il modo di lavorare degli studi di proprietà intellettuale in Italia?

Il brevetto europeo con effetto unitario, entrato in vigore lo scorso giugno, è un brevetto concesso secondo la procedura della convenzione sul brevetto europeo (European Patent Convention – EPC), che fornisce una protezione uniforme in 17 stati membri dell’Unione Europea.

Rispetto al brevetto classico, quindi, non cambia nulla nella procedura di ricerca ed esame preconcessione svolta dall’ufficio brevetti europeo (EPO). La vera differenza, invece, consiste nella possibilità di validare il brevetto in 17 paesi dell’Unione Europea con un’unica richiesta all’EPO e con il pagamento di una singola annualità per tutti e 17 i paesi. Questo consente un sensibile risparmio in termini di tempi e costi.

Il tribunale unificato dei brevetti (Unitary Patent Court – UPC) è la nuova corte internazionale con giurisdizione sui brevetti unitari e sui brevetti europei per cui non sia stato richiesto l’opt-out (ovvero la richiesta di uscire dalla giurisdizione della corte unitaria per tornare esclusivamente sotto la giurisdizione dei tribunali nazionali).

A 6 mesi dall’entrata in vigore del brevetto unitario europeo, l’EPO registra:

  • 15.845 richieste di brevetti con copertura unitaria
  • 15.496 registrazioni di brevetti della medesima tipologia

(fonte: dashboard Patent Index https://new.epo.org/en/statistics-centre#/unitary-patent).

Ma quali sono gli effetti del brevetto unitario europeo sul modo di lavorare degli specialisti, vale e dire gli studi di consulenza per la proprietà intellettuale? lo abbiamo chiesto ad Alessandra Bosia, European and Italian Patent and Design Attorney Partner di Studio Torta.

Studio Torta è specializzato nella consulenza in ambito di proprietà intellettuale per l’ottenimento di brevetti, marchi, design e varietà vegetali in Italia e all’estero. Conta una squadra di duecento persone, con specializzazioni in tutti i settori della tecnica, delle scienze applicate e del diritto della proprietà intellettuale, in grado di consigliare ed assistere i clienti nell’ottenimento di diritti di proprietà intellettuale e nella loro difesa in ogni parte del mondo, grazie a una collaudata e fitta rete di corrispondenti.

 

Aglatech14:

Come è cambiato il vostro lavoro dall’entrata in vigore del brevetto unitario? Qual è l’impatto sull’operatività, sull’organizzazione e sui volumi di uno studio di proprietà intellettuale come il vostro?

Alessandra Bosia:

L’entrata in vigore del brevetto unitario non ha cambiato sostanzialmente le nostre attività. Avevamo già un consolidato settore che si occupa delle validazioni nazionali dopo la concessione dei brevetti europei; è stato quindi sufficiente avviare una nuova procedura per il deposito dei brevetti con effetto unitario.

Inoltre, a causa dell’entrata in vigore del brevetto unitario, oltre che di altri fattori, è diminuito il numero delle validazioni in Italia dei brevetti europei. Le nuove richieste di brevetto unitario hanno quindi riequilibrato i carichi di lavoro, che sono rimasti all’incirca stabili.

 

Aglatech14:

Quale tipologia di clientela sceglie preferibilmente il brevetto unitario e perché?

Alessandra Bosia:

Il cliente che sceglie il brevetto unitario è tipicamente l’azienda che in passato validava in almeno 3 o 4 paesi dell’unione europea (di quelli che hanno aderito al brevetto unitario). Il costo delle annualità di un brevetto unitario equivale infatti alla somma delle annualità in questo numero di paesi. Pertanto, prendendo la via del brevetto unitario si ottiene un risparmio a fronte di una copertura territoriale anche più ampia.

 

Aglatech14:

Quali sono invece i motivi che portano a scegliere l’opzione di opt-out e quali vantaggi comporta?

Alessandra Bosia:

Oltre ai costi di mantenimento del brevetto, vi sono altri elementi di cui tenere conto nella scelta del brevetto unitario. Le considerazioni da fare sono ad esempio legate al fatto che i brevetti unitari cadono necessariamente sotto la giurisdizione del tribunale unificato dei brevetti. Se il brevetto è importante e c’è il rischio che possa essere oggetto di un’azione di nullità, è preferibile percorrere le vie nazionali, in modo che non possa essere invalidato con un’unica azione in tutti i paesi. I costi di un’azione presso il tribunale unificato dei brevetti sono tra l’altro molto elevati; quindi, nel caso in cui il cliente non volesse rischiare di trovarsi costretto a una causa molto impegnativa, è di nuovo consigliata la via nazionale.

 

Aglatech14:

L’entrata in vigore del brevetto unitario ha decretato la nascita di nuove figure professionali di cui gli studi di proprietà intellettuale hanno dovuto dotarsi. Come vi siete organizzati?

Alessandra Bosia:

Non tanto l’entrata in vigore del brevetto unitario, quanto l’avvio del tribunale unificato dei brevetti ha richiesto che i nostri professionisti seguissero corsi di formazione sulle nuove procedure della corte. I nostri professionisti hanno tutti l’abilitazione per rappresentare i clienti di fronte al tribunale. Abbiamo costituito dei team di professionisti che possano collaborare nella gestione delle cause. Questo perché i tempi del tribunale unificato sono molto brevi e sarebbe impensabile affrontare una causa come singolo consulente.

 

Aglatech14:

Cosa sta accadendo alle richieste di copertura brevettuale per i paesi che non hanno aderito al brevetto unitario (Croazia, Spagna e Polonia)?

Alessandra Bosia:

Semplicemente in questi paesi si continua a procedere per le vie nazionali.

 

Aglatech14:
Infine: cosa vi aspettate dalla scelta di aprire a Milano la terza sezione della divisione centrale del Tribunale unificato dei brevetti?

Alessandra Bosia:

Difficile fare previsioni. Sembra che non saranno molte le cause gestite da questa sede. Certamente, se venisse instaurato un buon numero di cause presso Milano, significherebbe lavoro per gli studi di consulenza e per gli avvocati italiani, oltre che un ottimo giro di affari per le strutture ricettive di Milano.

 

Aglatech14 – ContenTalkers

 

Alessandra Bosia – European and Italian Patent and Design Attorney Partner

Entra a far parte di Studio Torta nel 2007 e diventa socia nel 2014. Nata a Bruxelles, ha vissuto a lungo in Inghilterra. Dopo alcuni anni trascorsi come ricercatrice, prima a Londra presso il Cancer Research UK, poi presso un’azienda operante nel settore delle biotecnologie a Milano, entra in Studio Torta dove si occupa in particolare di invenzioni biotecnologiche, chimiche e farmaceutiche. È membro AIPLA e ANBI. È membro dell’Americas Desk di Studio Torta e consulente del Giudice presso la Sezione di Proprietà Industriale del Tribunale di Torino. Ha lunga esperienza nel campo delle traduzioni.